Il governo americano ha dichiarato guerra Vuol punire gli autori dell’attentato di Martedì 11 settembre. Chi sono gli autori? I terroristi islamici gridano tutti. Dove abitano i terroristi islamici? A Kabul gridano ancora tutti. Cosa fare per punirli? Bombardare l’Afganistan. Tutti sono sicuri che è l’unica soluzione. La civiltà di cui tutti parlano è questa. Guai a chi osa mettere in discussione questa tragica sequenza di idee. I più critici hanno un solo problema. Bombardiamo a tappeto una città di più di un milione di abitanti o solo i quartieri dove i terroristi islamici abitano? Ammazziamo centomila o solo diecimila afgani? Per accontentare i più duri si potrebbe organizzare il secondo olocausto della storia moderna: prendere gli islamici e rinchiuderli nei campi di concentramento fuori New York, solo per difenderli dalla rabbia del popolo americano e se anche in una notte tutte le loro piccole botteghe venissero assaltate e date al fuoco non sarebbe che poca cosa di fronte a ciò che i loro fratelli hanno combinato a Manhattan. Basta ascoltare bene capi politici, giornalisti televisivi, esperti militari per capire oggi come è stata possibile la seconda guerra mondiale con 25 milioni di morti, i campi di concentramento contro gli ebrei accusati di essere nemici della civiltà europea . I nemici più micidiali dell’America sono i governi americani. Non si può opprimere e rapinare popoli interi, produrre ovunque miseria e disperazione, a cominciare dall’America stessa, e non mettere in conto nessuna reazione. I morti di martedì hanno pagato con la vita l’azione del governo americano, l’azione degli industriali di Wall Street. Bush e i suoi consiglieri devono costruire il nemico esterno contro cui scatenare la rabbia dei superstiti. Sarebbe la loro fine se gli operai americani, i settori di piccola borghesia rovinata dalla crisi individuassero nel proprio governo e nei propri padroni i responsabili di tutto. Non è stato l’attentato a produrre la recessione negli USA, è stato viceversa il tentativo di evitare la recessione scaricandola sugli altri paesi che ha prodotto la rabbia antiamericana sfociata nell’attentato. Ora vogliono sfruttare l’attentato per rilanciare i loro affari, lo usano per licenziare migliaia di operai, vogliono rilanciare l’economia con la guerra, ancora poveri contro poveri, operai contro operai. I padroni e i borghesi dei paesi più forti sfruttano la situazione per dare del terrorista a chiunque lotta contro il loro sistema di sfruttamento. Dietro l'onda dei fatti americani puntano ad un rafforzamento dell'azione di polizia per reprimere ogni protesta. In realtà quando parlano di guerra al terrorismo, per la difesa della civiltà, intendono guerra alla ribellione degli operai e dei poveri del mondo per difendere la propria ricchezza. La loro lurida propaganda non ci convincerà a sostenere che è giusto fare una guerra contro gli afgani o contro chiunque altro. Niente produce più terrore di essere poveri sotto il tallone della prepotenza dei ricchi, dei loro eserciti, dei loro corpi speciali. Gli operai non hanno nemici fra altri operai, non li hanno fra le masse di poveri del mondo intero. Il loro nemico è il loro stesso padrone. Se una guerra va fatta, visto che è di moda parlare di guerra, sia la guerra dei poveri contro i ricchi, degli operai del mondo contro i padroni di tutti i paesi. Associazione per la Liberazione degli Operai Operai e delegati delle fabbriche: ex Goodyear- Cisterna di Latina Fiat Cassino (Fr) Nuova Scaini- Cagliari Fiat Rivalta (TNT)- Torino Ex Falck- Sesto San Giovanni Fiat New Holland-Modena Ferrari –Modena ceramica-Sassuolo Meta SPA- Modena Radici Chimica- Novara Sofer- Pozzuoli (Na) Siemens-Cassina de Pecchi Mistel- Pomezia ex General Quattro- Pomezia Olcese Filati- Novara Ansaldo Trasporti-Napoli Innse Presse- Milano Terim- Modena Pirelli- Figline Valdarn Marelli ex Borletti Corbetta (Mi) Ex Riva Calzoni- Milano Alenia- Pomigliano www.operaicontro.org (sito telematico) www.asloperaicontro.org (SITO DOCUMENTAZIONE OPERAIA) Questa la risoluzione ufficiale approvata il 27-9-2001 dai seguenti gruppi operai d’italia