ANTI-WEF DAVOS 2003 [fr,de,it,eng]

Non au WEF, non à la guerre, oui à la justice sociale.
Appel à le manifestation contre le World Economic Forum. Davos 25.01.03

Le World Economic Forum (WEF) est le regroupement des milles plus grandes entreprises du monde. C´est un organe élitaire et dominé par la gente mas-culine qui ne détient aucune légitimité démocratique. Le WEF soutient la prise d´influence des groupes industriels transnationaux dans le domaine politique.

Les représentants du WEF prétendent vouloir améliorer le monde par leurs initiatives. Dans les faits, l´élite réunie à Davos n´a pour seuls objec-tifs que d´augmenter les profits des grands consortiums ainsi que de conso-lider la logique du néolibéralisme.

En Suisse, le néolibéralisme menace les services publics et met en danger la sécurité sociale. Il pousse les agricultrices et les agriculteurs à la ruine et augmente le nombre des working poor. Ce néolibéralisme et respon-sable du pillage toujours plus grand des ressources, de la pauvreté et de la faim sur toute la planète. Nous nous engageons pour un monde dans lequel les droits de l´Homme sont respectées et les conditions nécessaires à une vie décente protégées.

Les Global Leader autoproclamés ont encore et toujours démontré qu´ils considèrent la guerre comme outil légitime de la politique. Cette année, lors du colloque du WEF, de nombreux représentants gouvernementaux feront la publicité pour une politique guerrière toujours plus agressive. Nous di-sons non à la guerre, que ce soit avec ou sans mandat de l´ONU.

Par nos protestations et nos actions de désobéissance civile, nous voulons rompre le silence, imposé lui aussi par le WEF, qui pèse sur les inégalités sévissant ici et dans le monde. Notre campagne culminera lors des démons-trations du 25 janvier. Nous prions les autorités de ne pas empêcher la ma-nifestation. Nous demandons à la Confédération de laisser les militaires dans leur caserne; l´armée n´ayant rien à faire au milieu de manifestants!

Nous ne nous laissons pas embrigader dans une logique militaire. Nous ex-primerons nos protestations de manière variée et dans le respect mutuel. Nous nous engageons pour le respect de l´intégrité corporelle de chacun. Nous avons confiance dans les forces et les initiatives du mouvement qui s´engage pour une globalisation depuis la base et qui cherche des alterna-tives au système économique patriarcal et capitaliste.

Tous ceux qui luttent pour un monde solidaire dans lequel la pauvreté n´a pas sa place sont invités à manifester avec nous à Davos contre le WEF et en faveur de la globalisation de la justice.

Olten, le 18 novembre 2002

http://www.antiwef.org
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DEUTSCH

GEGEN DAS WORLD ECONOMIC FORUM (WEF) in DAVOS

Aufruf zur Demo vom 25. Januar 2003 in Davos 13Uhr Bahnhof Platz (Schweiz)

Kein WEF. Kein Krieg. Für soziale Gerechtigkeit.
Aufruf zur Grossdemonstration gegen das World Economic Forum. Davos 25.1.03

Das World Economic Forum (WEF) ist der Zusammenschluss der tausend grössten Unternehmen der Welt. Es ist ein elitäres, männerdominiertes Gremium, das keine demokratische Legitimation besitzt. Das WEF steht für die politische Einflussnahme der transnationalen Konzerne.

Die Exponenten des WEF behaupten, mit ihren Initiativen die Welt verbessern zu wollen. In Tat und Wahrheit versuchen die in Davos versammelten Eliten, die Profitraten der grossen Konzerne zu steigern und die Logik des Neolibe-ralismus zu festigen.

In der Schweiz bedroht die neoliberale Politik den Service Public und ge-fährdet die soziale Sicherheit. Er treibt Bäuerinnen und Bauern in den Ruin und macht immer mehr Menschen zu working poor. Weltweit ist der Neolibera-lismus für die verschärfte Plünderung der Ressourcen, für Armut und Hunger verantwortlich. Wir treten für eine Welt ein, in der die Menschenrechte ge-achtet und die Lebensgrundlagen geschützt werden.

Die selbsternannten Global Leader haben immer wieder gezeigt, dass sie Krieg als legitimes Mittel der Politik betrachten. In diesem Jahr werden zahlreiche RegierungsvertreterInnen an der Jahrestagung des WEF für eine immer schrankenlosere Kriegspolitik werben. Wir sagen Nein zum Krieg - ob mit oder ohne UNO-Mandat.

Mit unseren Protesten und Aktionen des zivilen Ungehorsams wollen wir die auch vom WEF verordnete Ruhe über die Ungerechtigkeiten hier und weltweit brechen. Unsere Kampagne wird in der grossen Demonstration vom 25. Januar gipfeln. Wir fordern die Behörden auf, diese Demonstration nicht zu behin-dern. Den Bund fordern wir auf, das Militär in den Kasernen zu lassen; die Armee hat an einem Demonstrationsanlass nichts zu suchen.

Wir lassen uns nicht in eine militärische Logik einspannen. Wir werden un-seren Protest auf vielfältige Weise und in gegenseitigem Respekt ausdrü-cken. Wir treten dafür ein, dass die körperliche Unversehrtheit aller res-pektiert bleibt. Wir vertrauen auf die Kräfte und Initiativen der Bewegun-gen, die für eine Globalisierung von unten eintreten und nach Alternativen zum patriarchal-kapitalistischen Wirtschaftssystem suchen.

Alle, die für eine solidarische Welt ohne Armut eintreten, rufen wir dazu auf, mit uns zusammen in Davos gegen das WEF und für die Globalisierung der Gerechtigkeit zu demonstrieren.

Olten, 18. November 2002

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Una grande manifestazione internazionale contro il WEF (world economico forum) il 25 gennaio 2003 a Davos (Svizzera)

Piattaforma dell´alleanza di Olten

Appello alle azioni di protesta contro il World Economic Forum (WEF)
Un altro mondo è necessario!

1. La Coordinazione di Olten, un´aggregazione di persone di sinistra, cristiane, autonome, pacifiste, anarchiche, verdi, anti-imperialiste, femministe e comuniste che appartengono a gruppi di base, partiti, sindicati e varie organizzazioni non governative, invita tutte le persone solidali a partecipare ai movimenti mondiali di protesta contro il World Economic Forum. Invitiamo tutti e tutte ad utilizzare i dibattiti sul WEF 2002 come un´opportunità per intraprendere attività internazionali, interregionali e locali. L´interesse pubblico permette una discussione larga sulle alternative all´attuale ordine economico, che esclude la maggioranza delle persone e che distrugge un numero di vite sempre più grande. Questo permette di discutere sulle strategie possibili per sradicare la violenza razzista e sessista.

2. Sempre più persone vivono la fomra attuale della globalizzazione, cioè una concentrazione di potere nelle mani di pochi, come un processo di violenza che minaccia la vita e come una commercializzazione di tutti gli aspetti della vita. Anche in Svizzera cresce il malcontento nei confronti della logica neoliberista, l´arricchimento vergognoso di una manciata di persone, l´arroganza delle banche e la svendita dei beni pubblici agli investitori privati. Noi ci mobilitiamo contro il WEF perché lottiamo tutti i giorni contro il capitalismo, il razzismo, il patriarcato e tutte le forme di dominazione. Consapervoli che non siamo al riparo dalle contraddizioni dominanti, non accettiamo nei nostri rapporti delle forme di dominazione né di discriminazione. Le nostre mobilitazioni si fondano sul rispetto delle diverse forme di azione e di organizzazione.

3. Il WEF riunisce i mille attori principali di una mondializzazione distruttrice. In occasione del suo incontro annuale, tale élite autoproclamata disucte delle ultime strategie in materia di sfruttamento degli esseri umani e della natura. Un tale incontro, elitario quanto autoritario, non ha la minima legittimità. Per ciò non vogliamo il WEF, né in Svizzera né altrove.

4. Invitiamo tutte le organizzazioni di volontariato, le organizzazioni di solidarietà, i sindacati, le organizzazioni femministe, i movimenti per la difesa dell´ambiente e i gruppi legati alle chiese a rifiutare ogni offerta di dialogo con i responsabili del WEF o di partecipazione al forum del WEF. Un dialogo autentico è possibile solo tra pari. Simili dialoghi, inseriti nel contesto deciso dai "global leaders", sono il pretesto per difendere la loro globalizzazione. Simili dialoghi servono solo a legittimare pubblicamente la guerra che si perpetua da lungo tempo contro una larga parte della popolazione mondiale.

5. L´organizzazione della conferenza annuale del WEF a Davos è accompagnata da una restrizione aumentata dei diritti democratici. Nel 2003 le cose non saranno diverse: la chiusura delle frontiere è di nuovo all´ordine del giorno. Sono state stilate liste nere di persone cui sia vietato l´accesso a Davos. Durante il vertice annuale, Davos si trasforma in una fortezza. Il palazzo dei congressi e gli hotel circostanti costituiscono una "zona rossa". Invitiamo tutte le forze democratiche a proteggere i diritti fondamentali contro l´assalto dei decisori mondiali e a opporsi alla repressione cotro i movimenti sociali.

6. Protestiamo contro un progetto di società fondato su massacri causati dallo sfruttamento economico, dalla distruzione dell´ambiente e agli interventi militari. La guerra sociale contro i poveri e l´imposizione degli interessi dell´élite globale attraverso mezzi militari procedono di pari passo. La "guerra contro il terrore" propagata dagli Stati Uniti dopo l´11 settembre 2001 contribuisce ad aumentare il controllo sulle risorse natuarli a livello mondiale. L´aggressione pianificata contro l´Iraq e le sue risorse petrolifere ne è un esempio recente. L´Alleanza di Olten partecipa al movimento mondiale contro la guerra che si oppone a qualsiasi intervento in Iraq, indipendentemente dal fatto che l´ONU sottoscriva o no una simile aggressione.

7. Le transnazionali organizzate nel WEF sono corresponsabili delle conseguenze delle politiche neoliberiste condotte inSvizzera. Con slogan come "capacità competititive", "economia" e "riduzione dei costi", si mira allo smantellamento del srvizio pubblico o alla suaprivatizzazione, in particolare nei settori legati ai trasporti, alla salute, all´educazione e alla cultura. L´attuale crisi economica rende particolarmente visibile il modo in cui migliaia di salariati e salariate si sacrificano sull´altare dello smantellamento sociale e del peggioramento delle condizioni di lavoro, finendo così nella pubblica assistenza, per cancellare le perdite degli azionisti e dei mercati finanziari.

8. CI impegnamo per un mondo profondamente diverso, e siamo consapevoli che le rivendicazioni formulate sopra sono solo un filo rosso o un primo passo verso un ordine sociale ed economico diretto alla soddisfazione dei bisogni degli esseri umani piuttosto che alla massimizzazione dei profitti. E´ necessaria soprattutto un´ampia discussione sulle forme alternative di organizzazione di condivisione delle ricchezze socialmente prodotte, del lavoro, dell´accesso alle risorse naturali, della proprietà dei mezzi di produzione e di comunicazione.

Già da oggi ci impegnamo per:

- l´allargamento dei diritti sociali ed economici per tutte e tutti contro lo smantellamento sociale e le privatizzazioni;
- in particolare, occorre garantire per tutte e tutti l´accesso all´alimentazione, alla formazione e alle cure sanitarie;
- L´arresto di tutti gli interventi militari e l´abolizione del "diritto di ingerenza" dei paesi industrializzati in nome dei "valori civilizzatori" o di "interesse nazionali";
- il diritto per le popolazioni di tutti i paesi all´autodeterminazione democratica di base e al controllo delle risorse;
- l´annullamento del debito dei paesi cosiddetti in via di sviluppo;
- la libertà di circolazione e di dimora per tutti gli esseri umani, qualunque siano la loro provenienza e le loro ragioni.

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International demonstration against the World Economic
Forum (WEF) 25th January Davos Switzerland

14:00 in front of Davos train station

From the 25 of January to the 28 of January the
WEF(http://www.weforum.org),a meeting of the richest
multinational corporations
and government buearacrats more than 1.000 (mostly
european) "global leaders" from politics,medias and
economy are meeting in Davos ski
ressort, Switzerland.(http://www.davos.ch)
They discuss in a "private setting" about
ways of making oppression and exploitation more
efficient and more profitable. The WEF, which claims
its mission is to help "eradicate poverty, promote
security and enhance cultural understanding" is more
often that not seen to represent the interests of
multinational corporations. It´s members include
microsoft, coca cola, nestle, shell and hundreds
more.

For 31 years the annual meeting of the WEF (world
economic forum) has taken place in Davos. Except
last year(2001) the WEF went to New-York City. This
year the WEF comes back to Davos for its annual
meeting .

The WEF-summit in Davos is another attempt to
minimise the social and political rights in favour
of the benefit of the capital - owners. The last
summits have shown, that a critical public isn´t
welcome, neither inside nor outside the
conference-buildings. Due to the past years
mobilisation in Davos,the Swiss authorities have this
year authorized the demonstration in Davos on the 25
of January.In 2001 the demonstration was forbiden and
all, who protest against the
meetings with their voice and their presence, were
confrontated with a massive repression on the part
of the police. The state authorities protect the
economy-bosses and the politicians with every method
available (legal but also illegal) and try to
suppress every single critic. 2003 should be easier
as the demonsatration is authorised. But we are going
to confront the rulers
with resistance that cannot be ignored.

In Switzerland and in other countrys some autonomous
groups have met to
prepare and co-ordinate the actions against the
wef-summit in Davos and also to support
international mobilisation. The following four
points show the basis of our cooperation and our
political self-image:

- we disapprove of the WEF and our attitude towards
it is confrontative. It is impossible to reform the
WEF, because of this we don¹t want to have any
dialogue. our aim is, to smash the wef and to
prevent their meetings. But the WEF is only one
specific institution of the capitalistic system of
exploitation, which we disapprove of completely. our
protest does not end with a smashed wef, our fight
is against capitalism which can not be civilised -
its own logic and rules together with other forms of
oppression like sexism, racism, homophobia,
antisemitism characterise the injustice of our
world.

- Our protest is against categorising, marginalising
and excluding people and social groups; our aim is a
society, that is orientated to the needs of all and
not to the profit of a few. our protest contains the
use of resources and information equal to all
people. In our actions and in our kind of organising
we try to live our own utopia. We are against a
society based on hierarchy and control. We
disapprove of the state as a place of capitalistic
actions and we also refuse the new
institutionalisation of the capitalistic
exploitation by world economic forum, international
monetary fonds or world trade organisation. Our
answer is our protest, are our own actions. We do
not rely on political parties or lobbies, we express
our criticism together, independently and
unmistakeably. The ways of protesting and showing
the criticism depend on the people who express them.
In our resistance there should be room for different
kinds of actions and there should be no limits to
creativity.

- the protest against the wef-summit in Davos is not
the only thing, it is only one part of the global
resistance against oppression and exploitation. Our
solidarity is with all oppressed, who do not want to
accept the prevailing contradictions without
criticism, and our solidarity is with all, who
realize their power and organise emancipated
resistance. But as we are part of the prevailing
contradictions, we have to question our positions
all the time. Our action is a reaction on the
prevailing situation, it is a logical and necessary
answer to the ruling politics and the politics of
the rulers.

- the wef-summit is used by the Swiss
government to create a distinctive image of
themselves as equal partners in the international
context. our protest against the wef-summit is
connected with our resistance against the Swiss
government politics, against racist and sexist
politics and
against the neoliberal basic position of our
society.

wipe out wef!
anti-wef coordination Switzerland,November 2002

""with our call to action we want to initiate a
discussion about the wef-summit in Davos and want to
call to actions against this summit. we are going to
offer a platform for coordinations and want to
support our common metting. an infopoint and a place
for
preparations for the actions every wendesday starting
16:00 H , Ecole de Chimie, Place du Château, Lausanne
. On friday 24.01.2003 events will take place in
Geneva. Saturday 25.01.2003 early morning The "Davos
express train" will bring demonstrators from Geneva to
Davos (passing by Lausanne, Bern and Zurich)

arch/ive/ief (2000 - 2005)